Categoria: aggressività

Perchè proprio a me è capitata questa tragedia?

Da 18 anni ormai ascolto storie di vita e questa frase è quella che sempre ascolto durante la prima seduta. Si possono forse paragonare le tipologie di dolore? Il dolore ha mille facce e ognuna pesa per il paziente nello stesso modo perchè è la sua personale esperienza, tuttavia egli pensa che nessuno sta soffrendo come lui, che gli altri sono tutti più felici e fortunati…che ingiustamente il destino si è accanito contro di lui. Francesca a quarant’anni ha scoperto di avere un tumore al seno, Maria ha visto il marito ammalarsi di una grave patologia psichica, Franco ha sviluppato a cinquant’anni una dipendenza da gioco d’azzardo, Livia dipende dal cibo, Martino dipende dalla cocaina, Debora a soli vent’anni ha visto morire tragicamente la madre…e potremmo continuare ancora ed ancora ad elencare le mille forme di dolore, queste persone sono quelle che gni giorno incontriamo sul lavoro, a scuola, in palestra, sono le persone di cui non sappiamo nulla, sono quelle persone “gli altri” che noi pensiamo essere pienamente felici e fortunate, scopriamo dunque che la vita perfetta non esiste e che ogni essere umano che noi incrociamo ha avuto, ha o avrà la sua dimensione di dolore. E’ importante sapere che non si è soli ad affrontare quel dato disagio ma moltissime persone lo stanno vivendo in questo momento è inoltre importante sentire che qualunque problema si abbia, è possibile risolverlo, c’è la soluzione, anzi spesso ce ne sono molte, pensarlo invece come immenso, pensarlo come una montagna insormontabile ci farà sentire completamente sopraffatti. Il terapeuta può testimoniare la realtà della vita perchè ascolta la parte nascosta della vita delle persone perchè la società oggi non ci permette di condividere apertamente il dolore, il dolore deve essere celato al mondo esterno. Si scopre dunque che la frase “Perchè è accaduto proprio a me” non ha più ragione di essere pronunciata, in terapia possiamo riequilibrare i vari aspetti della vita, possiamo metabolizzare il dolore, possiamo guardare avanti con energia nuova, lasciarci alle spalle la tragedia e ricominciare a vivere.

 

La comunicazione non violenta

Spesso il problema è comunicare su livelli diversi, non ci si comprende perchè non si parla la stessa lingua, non c’è empatia, ossia non ci si mette nei panni dell’altro…cosa sta provando il nostro interlocutore? Perche’ dice cio’ che dice? Qual e’ la sua storia? Imparare questo scambio di ruoli è molto importante per comunicare in maniera efficace, di questo ci parla questo bel testo “Le parole sono finestre oppure muri” . Ci fa ciflettere su come sia utile restituire una parafrasi in cui si riassuma il messaggio del nostro interlocutore in modo che egli si senta ascoltato, capito, “Quindi tu mi stai dicendo che…quindi tu stai provando questa emozione…per questo motivo…”, non si attacca, si dipana l’argomento in tutte le sue sfumature guardandolo con gli occhi del nostro interlocutore e solo dopo ci si prendera’ lo spazio per esporre il proprio punto di vista.

Una aggressività incontollabile

Domanda:

Buonasera, sono Ruggero, ho 56 anni e mai avrei pensato in vita mia di rivolgermi ad un terapeuta perché nella vita me la sono sempre cavata da solo e con discreto successo, sono un noto libero professionista, gestisco una attività in proprio, ho dipendenti, ho una bella famiglia e figli grandi che vivono ancora in casa. L’attività va bene, solo che da un paio di anni a questa parte io ho scatti d’ira incontrollabili, faccio e dico cose decisamente sopra le righe, a seguito di piccoli errori fatti dai dipendenti o dai figli…la reazione è spropositata, quando entro a casa o in ufficio l’atmosfera si fa gelida, tutti sembra attendano solo che scoppi la bomba, mi fissano, e già questo mi innervosisce.

Risposta:

La psicoterapia basa la sua ragione d’essere proprio sul cambiamento, prendere coscienza di un comportamento e agire per modificarlo è proprio il nostro obiettivo (del terapeuta e del paziente insieme). In seduta si valuteranno alcune cose quali la quantità di accessi d’ira, il luogo e le modalità in cui si verificano, le condizioni generali di stress in cui lei vive, in base a questi ed altri parametri si deciderà insieme un protocollo di intervento, ci si può allenare al controllo mettendo in atto specifici comportamenti, così sarà in grado di prevedere e gestire questa aggressività.

Quando andare da un terapeuta

Può essere difficile decidere il momento più opportuno per rivolgersi ad un terapeuta, spesso si pensa che la situazione che si sta vivendo non sia “poi così grave” e per questa ragione si staziona più a lungo nel disagio.

In assoluto non esiste un motivo più valido di un altro per chiedere aiuto, qualunque situazione impedisca alla persona di avere una soddisfacente vita familiare, sociale, lavorativa, deve essere affrontata.

Se si percepisce che qualcosa nella propria vita è cambiato, che ci si sente limitati nel normale svolgimento della vita quotidiana, se si percepisce un senso di sofferenza, qualunque ne sia la ragione, essa è un valido motivo per giungere in terapia, (Maria, 19 anni, dice “mi sento sciocca se penso che ciò che mi fa star male è così banale, quando c’ è gente che ha malattie incurabili, c’è gente che muore…), Maria, acquisendo coraggio, dando giustamente voce al suo malessere dà importanza a se stessa, il problema infatti acquista consistenza solo all’interno della storia della persona, e solo lì può esser valutato, non al di fuori.

Quando è utile una psicoterapia?

La terapia è utile se la persona si rivolge volontariamente al terapeuta, se è motivata al percorso terapico. Il paziente al termine della prima seduta decide se intraprendere un percorso con quello specifico terapeuta o contattarne degli altri, è molto importante che egli possa scegliere in assoluta libertà, che senta se, con quello specifico professionista, si sente o meno a proprio agio nel parlare di sè.

Per quali ragioni è utile rivolgersi ad un terapeuta?

Ci si può rivolgere ad un terapeuta anche se non si sta vivendo uno stato acuto di sofferenza, anche per far chiarezza su alcuni punti della propria vita, per comprendere meglio alcune cose che stanno accadendo in se stessi o nel mondo fuori.

Il terapeuta ha ascoltato centinaia di storie di vita dunque si fa portatore di un grande bagaglio di esperienze, è lì a testimoniare che moltissime altre persone han provato quello stesso disagio, che non si è soli, non si è “strani” nè “matti”. Non c’è nulla che non possa essere affrontato e superato..

La durata della terapia è variabile, dipende dal percorso che è necessario fare, può durare anche solo pochi mesi, la singola seduta ha durata di cinquantacinque minuti, ci si incontra una o due volte la settimana nello studio del terapeuta. Lo psicoterapeuta non prescrive farmaci ma può seguire un paziente che è in cura presso uno psichiatra e sta seguendo una terapia farmacologica, i due percorsi possono andare di pari passo, per condurre il paziente ad uno stile di vita migliore.

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