Categoria: malattie fisiche

Perchè proprio a me è capitata questa tragedia?

Da 18 anni ormai ascolto storie di vita e questa frase è quella che sempre ascolto durante la prima seduta. Si possono forse paragonare le tipologie di dolore? Il dolore ha mille facce e ognuna pesa per il paziente nello stesso modo perchè è la sua personale esperienza, tuttavia egli pensa che nessuno sta soffrendo come lui, che gli altri sono tutti più felici e fortunati…che ingiustamente il destino si è accanito contro di lui. Francesca a quarant’anni ha scoperto di avere un tumore al seno, Maria ha visto il marito ammalarsi di una grave patologia psichica, Franco ha sviluppato a cinquant’anni una dipendenza da gioco d’azzardo, Livia dipende dal cibo, Martino dipende dalla cocaina, Debora a soli vent’anni ha visto morire tragicamente la madre…e potremmo continuare ancora ed ancora ad elencare le mille forme di dolore, queste persone sono quelle che gni giorno incontriamo sul lavoro, a scuola, in palestra, sono le persone di cui non sappiamo nulla, sono quelle persone “gli altri” che noi pensiamo essere pienamente felici e fortunate, scopriamo dunque che la vita perfetta non esiste e che ogni essere umano che noi incrociamo ha avuto, ha o avrà la sua dimensione di dolore. E’ importante sapere che non si è soli ad affrontare quel dato disagio ma moltissime persone lo stanno vivendo in questo momento è inoltre importante sentire che qualunque problema si abbia, è possibile risolverlo, c’è la soluzione, anzi spesso ce ne sono molte, pensarlo invece come immenso, pensarlo come una montagna insormontabile ci farà sentire completamente sopraffatti. Il terapeuta può testimoniare la realtà della vita perchè ascolta la parte nascosta della vita delle persone perchè la società oggi non ci permette di condividere apertamente il dolore, il dolore deve essere celato al mondo esterno. Si scopre dunque che la frase “Perchè è accaduto proprio a me” non ha più ragione di essere pronunciata, in terapia possiamo riequilibrare i vari aspetti della vita, possiamo metabolizzare il dolore, possiamo guardare avanti con energia nuova, lasciarci alle spalle la tragedia e ricominciare a vivere.

 

Claudia Rainville

Tutti dovrebbero leggere i libri di Claudia Rainville in special modo “Metamedicina”. Vi elenco qui di seguito i suoi testi e poi vi spego pechè sono così importanti.
“Metamedicina, ogni sintomo è un messaggio”
“Il segreto per guarire”
“Guarire le ferite del passato”
“Cambia la tua vita”
“Il grande dizionario della metamedicina”.
Metamedicina spiega le connessioni esistenti tra i conflitti psicologici che la persona sta vivendo o ha vissuto nel passato e i malesseri fisici che la affliggono oggi, per risolvere questi problemi reali del corpo è necessario farsi delle domande e analizzare cosa questa malattia ci stia comunicando, l’autrice stessa è passata attraverso innumerevoli malattie risolvendo le quali è giunta ad un grado di consapevolezza profondo su come mente e corpo siano interconnessi.
“Il segreto per guarire” ci dà una visione diversa da quella in auge sulle vaccinazioni, illustrandone anche la storia”.
“Cambia la tua vita” lo consiglio come guida da leggere parallelamente alla stesura di un diario personale, rispondendo alle domande che vengono poste nel testo si giunge ad una piu’ profonda consapevolezza di sè.
“Guarire le ferite del passato” raccoglie tante storie di vita analizzando le quali si posson comprendere i meccanismi che uniscono mente e corpo e nelle quali il lettore si puo’ rispecchiare.

Seminario di tecniche pratiche di meditazione ed autoipnosi

E’ necessario allenare la mente esattamente come facciamo con il corpo e le tecniche di meditazione ed autoipnosi sono il mezzo giusto per farlo, possiamo quietare i pensieri, coltivare stati emotivi di benessere, riprendere il controllo del contenuto della mente, migliorare le nostre prestazioni, agire su varie patologie a diversi livelli ecc.

Sto raccogliendo le iscrizioni a seguito delle quali deciderò la data in cui organizzare il seminario di “Tecniche di meditazione ed autoipnosi”, il seminario si terrà in un’unica giornata dalle 9.00 alle 17.00, il costo sarà  70 euro a persona, il mese sarà dicembre 2015, il seminario sarà organizzato solo a fronte del raggiungimento di un numero sufficiente di partecipanti. Per informazioni e per ricevere il programma della giornata telefonatemi senza impegno al 3479127065 sarò lieta di darvi tutte le delucidazioni possibili.

Sento che mi sto per ammalare seriamente.

Domanda:

Il mio problema è che mi sento malato, ho già fatto molte analisi ma il medico di base dice che non ho nulla, che non risulta nulla. eppure io mi sento male…temo di avere qualcosa di serio…un tumore….non so se fidarmi del medico di base.. .ho per sicurezza contattato un luminare e anche lui mi ha rassicurato. A questo punto potrebbe essere che in realtà il mio sia un problema psicologico, mi vergogno a parlarne, e ammetto certi giorni mi sento malato sul serio e questa storia che sia solo un problema psicologico…ancora non mi convince. Ho speso parecchio in analisi, le ho fatte due mesi fa, ma ho già voglia di rifarle.

Risposta:

Caro D.B. innanzitutto i disagi psicologici non sono affatto da sottovalutare, non sono da mettere in secondo piano rispetto a quelli fisici anzi spesso vi è una commistione tra loro, il perchè tu abbia sviluppato questo sintomo e come farvi fronte può essere affrontato in terapia, è un sintomo comune ma acquista un suo senso all’interno della storia personale di ogni individuo. Il problema può essere affrontato e risolto e non devi temere di parlarne, prova a fare qualche colloquio con un terapeuta che ti aiuti a focalizzare quelle aree in cui adesso e nel passato hai provato disagio.

Ho deciso: cambio lavoro

Marta, 30 anni, vive in un ambiente di lavoro ostile da ormai un anno, le colleghe in ufficio sono molto critiche, non perdono occasione per deriderla appena si allontana… non veste in modo consono al posto di lavoro, non svolge con efficienza i compiti affidatele, non è sufficientemente veloce nel portare a termine le pratiche, sono alcune delle accuse mossele. Le colleghe, oltre a metterla continuamente a disagio, non le illustrano il lavoro da svolgere, Marta infatti è alla prima esperienza in quel settore, si sente spaesata, pur manifestando grande impegno e dedizione, avrebbe bisogno di un supporto da parte delle colleghe, tutte più grandi di lei di almeno venti anni e tutte assunte lì da almeno 10 anni.
Parlando con Marta si evince che ella è l’unica in quell’ufficio munita di laurea, l’unica che parla fluentemente francese e inglese, ciò ha portato la direzione centrale della ditta ad affidarle da subito compiti di grande responsabilità, gratificanti incentivi economici e possibilità di carriera. In ufficio ormai da anni si eran instaurate tra le persone che vi lavoravano, particolari equilibri, gerarchie non legate al livello di inquadramento reale ma all’anzianità e Marta, pur non avendo consapevolmente fatto nulla per urtare gli animi delle colleghe aveva destabilizzato l’ordine e le regole non scritte di come ci si rapporta l’un l’altro in quell’ufficio.
Marta sta molto male, in quel luogo di lavoro trascorre 8-10 ore di lavoro ogni giorno e alzarsi al mattino per recarsi là è diventata una condanna da cui volersi sottrarre nonostante lo stipendio sia alto.
La storia di Marta è solo uno dei molti racconti di vita lavorativa in cui si possono emotivamente identificare tutti coloro che, per ragioni differenti, vivono con sofferenza l’idea di affrontare la propria giornata di lavoro.
Capita spesso che, come è  accaduto alla nostra protagonista, la persona si senta impotente dinanzi ad una situazione che vive come impossibile da gestire, non sente di aver scelta.
Nell’indecisione sul da farsi il tempo passa e si continua a rimandare qualunque azione possibile, si ha paura di compiere un passo falso dunque si attende il momento giusto, quello più favorevole, che però non arriva.
Ci si sente fermi, cristallizzati lì e ogni giorno la forza per reagire viene meno.
Compaiono stati di malessere fisico di varia natura, mal di testa, nausea, dolori articolari… stati d’ansia ecc.
il corpo e la mente si indeboliscono contribuendo ad affievolire la forza vitale dell’individuo, la sua capacità di analizzare con distacco e a fondo la situazione.
Se si vive una situazione di disagio sul posto di lavoro è importante prenderne atto e agire il prima possibile.
Essere coscienti giorno per giorno del proprio stato di benessere, imparare a riconoscere i segnali inviati dal corpo, ci permette di fare prevenzione. Elencare in forma scritta i motivi di disagio aiuta a ragionare meglio su ciascun punto:

  •     da quanto tempo il lavoro non mi soddisfa?
  •     abito lontano dal posto di lavoro?
  •     è mal retribuito?
  •     non è in rapporto al mio titolo di studio?
  •     le ore di lavoro sono troppe?
  •     il responsabile è incoerente, irascibile, ha sbalzi d’umore e si rivolge alle persone con toni bruschi?
  •     i colleghi sono ostici?

Prendere in mano la situazione, sentirsi soggetto attivo e non passivo della propria vita, cominciare ad agire non importa da quale punto significa comunicare a se stessi che non si è più nella condizione “stasi” ma in quella “divenire” indipendentemente dall’obiettivo.
Bisogna agire contemporaneamente su tre front:

  1.     i punti precedentemente elencati, l’obiettivo è conservare il lavoro precedente;
  2.     la propria formazione, l’obiettivo è mantenersi aggiornato, esplorare nostre nuove potenzialità anche in ambiti da noi non ancora sondati, per sviluppare nuovi sogni e prospettive;
  3.     cercare un nuovo posto di lavoro in modo serio, esplorando davvero tutte le possibili strade.

Spesso infatti alla domanda diretta “Come hai cercato lavoro?” si scopre che, in realtà il curriculum non è stato preparato in modo corretto, sono stati inviati pochi curricula, sono stati sondati solo pochi canali di contatto col mondo del lavoro.
I motivi? Si teme di essere troppo anziani, poco preparati, si teme sia solo una perdita di tempo… “il settore è saturo”, “adesso tanto, c’è la crisi”, “ho bambini non mi vorranno”… ci si è etichettati dunque si parte sconfitti in partenza, non si cerca lavoro con convinzione, ci si arrende alle prime difficoltà perchè la nefasta profezia si autoavvera.

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Questo testo tratto dagli scritti di Edgar Cayce è davvero interessante, analizzando i nostri sogni possiamo trarre nuove …

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