Categoria: comunicazione

I Sogni

Questo testo tratto dagli scritti di Edgar Cayce è davvero interessante, analizzando i nostri sogni possiamo trarre nuove informazioni su noi stessi e su dove stiamo andando, possiamo migliorarci a livello mentale e spirituale, il sogno diventa uno strumento di auto analisi, uno strumento di contatto con Dio, un mezzo per anticipare il futuro dato che Cayce fu un famosissimo veggente. Questo testo è molto pratico, adatto a tutti, unisce la componente fisica a quelle mentali e spirituali, è davvero un utilissimo strumento di crescita personale che offre una prospettiva diversa sui sogni e sulla loro funzione nella nostra vita è un libro completamente diverso dalle centinaia di pubblicazioni su questo tema e se stai leggendo questa recensione è un messaggio proprio rivolto a te perchè nulla accade per caso.

La parola ai giovani

Il professor Galimberti raccoglie in questo testo una serie di lettere scritte a lui dai giovani riguardanti il futuro, i sogni, l’entusiasmo di chi desidera dedicarsi all’arte e alla cultura e ci regala uno spaccato positivo di giovani che sanno scrivere meglio dei loro professori, che sanno fare analisi puntuali della situazione socio politica attuale, che rivendicano valori per cui vivere, che si affacciano con rispetto al mondo del lavoro delusi dai colleghi adulti che vivono il loro mestiere come mera routine senza minimo coinvolgimento emotivo (lettera di una giovane violinista).

Sono ammirata da questi giovani capaci di sostenere i loro genitori in questo particolare momento di crisi lavorativa e contemporaneamente in grado di mantenere uno sguardo positivo sul mondo. Questo testo capovolge l’immagine  negativa che i media vogliono dare dei nostri ragazzi. Il futuro è di questi giovani tesisti appassionati, indomiti sognatori, lavoratori instancabili, capaci di prendersi quella vita e quel futuro che si cerca in tutti i modi di negare loro.

Tattiche d’amore

Lo sapevate che inviando un messaggio ad una persona sempre alla stessa ora sempre in determinati giorni, si crea una aspettativa nel cervello di chi lo riceve e nel momento in cui la persona non lo riceve più vive un malessere, un disagio, anche se la persona che lo inviava non era inizialmente di suo interesse?  Queste ed altre interessanti considerazioni fanno di questo libro un testo interessante su cui riflettere. Mostrare interesse vero e sincero per la persona amata, ascoltarla molto, esserci nel momento del bisogno, conquistare la sua amicizia, evidenziare gli aspetti speciali ed unici dell’altro e non mostrarsi sempre disponibili…ma persone che hanno impegni, appuntamenti…persone che non pendono dalle labbra dell’amato, altrimenti la posizione down di potere provocherebbe perdita di interesse nell’amato…chiedergli solo un appuntamento per volta per non invadere eccessivamente la sua sfera di libertà..non perdersi d’animo al primo rifiuto ma mostrarsi determinati e perseveranti, arriverà il momento in cui la persona amata avrà bisogno proprio di te…e molto altro ancora, un libro da leggere senz’altro.

Che cos’è l’amore. Non fidarti dell’istinto in amore.

Martina giunge in terapia completamente sconvolta, ha una relazione da tre anni con Matteo un uomo di vent’anni più grande di lei, la storia tra loro non è felice ma lei non riesce a lasciarlo. Matteo è un libero professionista molto affermato in campo artistico e Martina avrebbe voluto apprendere da lui tale arte ma Matteo è molto geloso dei suoi segreti e non le ha insegnato nulla..anzi la sminuisce di continuo, la umilia non fa che decantare quanto lui alla sua età fosse performante, Matteo la relega a ruoli secondari, non le dà attenzioni e sfoga con urla e lancio di oggetti le frustrazioni della sua giornata.

Cerco con Martina di capire cosa ami di lui facendo domande mirate e la risposta è sempre “no”. “Ti coccola?, Ti stimola culturalmente? Ti conivolge nelle sue uscite con gli amici? Ti dice cosa apprezza di te?…Le domande sono tante ma la risposta è sempre “no”. Ora ciò che è importante capire è perchè Martina sente il bisogno di stare con quest’uomo che la fa sentire una nullità, che la relega nei suoi ritagli di tempo, che non la coinvolge nelle sue relazioni sociali. L’istinto la spinge verso di lui, lei si sente innamorata di lui. La risposta sta in una coazione a ripetere, c’è stata nel passato di Martina una relazione che non è andata a buon fine e che il suo inconscio la spinge a ripetere affinchè abbia finalmente un esito diverso, una relazione tra lei e la madre, tra lei ed il padre, oppure una relazione che i genitori di Martina avevano tra loro o con altri significativi…un tipo di relazione che l’inconscio di Martina vuole capire vuole dominare…vuole risolvere, dunque Martina non è davvero innamorata di quest’uomo ma quest’uomo è solo un mezzo per risolvere altro. Nel caso specifico abbiamo individuato nella relazione che la madre di Martina ebbe con un uomo che non era il padre, ciò che l’inconscio di Martina voleva comprendere rivivendola, la madre di Martina era fuggita con quest’uomo quando lei aveva solo 11 anni e poi questa relazione si era rivelata distruttiva per la madre proprio per le caratteristiche dell’uomo in questione, caratteristiche molto simili al suo attuale compagno. Rielaborando questo trauma Martina è riuscita a cambiare e ad uscire da questa trappola dell’inconscio.

L’inconscio spesso ci spinge a capire, a ripetere situazioni del passato e il mezzo con cui lo fa è far sentire la persona innamorata di qualcuno che non ha le caratteristiche per farci stare bene, per comprendere se quello che si sta vivendo è vero amore è necessario analizzarlo, bisogna stare attenti a non proiettare sulla persona qualità che non le sono proprie, chiedersi se si tratta solo di attrazione fisica (a volte agisce come una droga), se la persona si comporta in modo irrispettoso con noi, se condivide i nostri valori e progetti di vita, se è equilibrato nel rispetto degli spazi di libertà…se ci si sente dipendenti da questa persona bisogna andare alla ricerca del motivo inconscio che ha fatto scattare tale bisogno.

Uomini e donne incoerenti in amore

Spesso capita di ricevere in terapia persone che giungono con la motivazione di non credere più nella propria capacità di giudizio. Ci si sente completamente spaesati quando si percepisce di avere sbagliato nel valutare un compagno o una compagna, non ci si fida piu’ di se stessi. Elena in studio appare estremamente sofferente, si chiede come sia possibile che il fidanzato che fino al giorno prima le proclamava il suo amore, l’abbia lasciata, Marco racconta di una compagna che faceva progetti di vacanza insieme e che poi, senza apparente motivo, senza alcun preavviso lo lascia.

Per recuperare la fiducia nelle proprie capacità di valutare gli individui che incontriamo è dunque importante analizzare insieme tutte le fasi del rapporto…possono così emergere comportamenti del compagno a cui non si è dato peso ma che in realtà potevano far presagire il triste epilogo, piccoli episodi che stidevano rispetto all’idea che il paziente si era fatto della propria storia d’amore e che per questo, per bisogno di coerenza (il cervello ha sempre bisogno di coerenza), aveva rimosso o sminuito.

A volte ci si trova dinanzi a persone il cui linguaggio non corrisponde al comportamento, individui molto capaci sul registro verbale, in grado di tessere meravigliose storie d’amore tramite messaggi, in grado di far innamorare creando desiderio, in un sapiente gioco di presenza e assenza, pur tuttavia si tratta di una trama teatrale che non trova riscontro nei comportamenti. Il terapeuta puo’ aiutare a svelare le incoerenze, gli indizi che avrebbero creato allerta se considerati, in modo da recuperare pienamente l’autostima e la fiducia in se stesso del paziente.

 

Perchè proprio a me è capitata questa tragedia?

Da 18 anni ormai ascolto storie di vita e questa frase è quella che sempre ascolto durante la prima seduta. Si possono forse paragonare le tipologie di dolore? Il dolore ha mille facce e ognuna pesa per il paziente nello stesso modo perchè è la sua personale esperienza, tuttavia egli pensa che nessuno sta soffrendo come lui, che gli altri sono tutti più felici e fortunati…che ingiustamente il destino si è accanito contro di lui. Francesca a quarant’anni ha scoperto di avere un tumore al seno, Maria ha visto il marito ammalarsi di una grave patologia psichica, Franco ha sviluppato a cinquant’anni una dipendenza da gioco d’azzardo, Livia dipende dal cibo, Martino dipende dalla cocaina, Debora a soli vent’anni ha visto morire tragicamente la madre…e potremmo continuare ancora ed ancora ad elencare le mille forme di dolore, queste persone sono quelle che gni giorno incontriamo sul lavoro, a scuola, in palestra, sono le persone di cui non sappiamo nulla, sono quelle persone “gli altri” che noi pensiamo essere pienamente felici e fortunate, scopriamo dunque che la vita perfetta non esiste e che ogni essere umano che noi incrociamo ha avuto, ha o avrà la sua dimensione di dolore. E’ importante sapere che non si è soli ad affrontare quel dato disagio ma moltissime persone lo stanno vivendo in questo momento è inoltre importante sentire che qualunque problema si abbia, è possibile risolverlo, c’è la soluzione, anzi spesso ce ne sono molte, pensarlo invece come immenso, pensarlo come una montagna insormontabile ci farà sentire completamente sopraffatti. Il terapeuta può testimoniare la realtà della vita perchè ascolta la parte nascosta della vita delle persone perchè la società oggi non ci permette di condividere apertamente il dolore, il dolore deve essere celato al mondo esterno. Si scopre dunque che la frase “Perchè è accaduto proprio a me” non ha più ragione di essere pronunciata, in terapia possiamo riequilibrare i vari aspetti della vita, possiamo metabolizzare il dolore, possiamo guardare avanti con energia nuova, lasciarci alle spalle la tragedia e ricominciare a vivere.

 

La comunicazione non violenta

Spesso il problema è comunicare su livelli diversi, non ci si comprende perchè non si parla la stessa lingua, non c’è empatia, ossia non ci si mette nei panni dell’altro…cosa sta provando il nostro interlocutore? Perche’ dice cio’ che dice? Qual e’ la sua storia? Imparare questo scambio di ruoli è molto importante per comunicare in maniera efficace, di questo ci parla questo bel testo “Le parole sono finestre oppure muri” . Ci fa ciflettere su come sia utile restituire una parafrasi in cui si riassuma il messaggio del nostro interlocutore in modo che egli si senta ascoltato, capito, “Quindi tu mi stai dicendo che…quindi tu stai provando questa emozione…per questo motivo…”, non si attacca, si dipana l’argomento in tutte le sue sfumature guardandolo con gli occhi del nostro interlocutore e solo dopo ci si prendera’ lo spazio per esporre il proprio punto di vista.

La comunicazione analogica

La comunicazione analogica è un sistema di comunicazione ipnotica che mette al centro l’emotività dell’individuo.
é attraverso la comunicazione che all’individuo è stata permessa una evoluzione, grazie ad essa abbiamo acquisito un controllo sull’ambiente e sulle nostre modalità di controllo e di risposta ad esso.
Perchè la chiamiamo comunicazione analogica? Perchè la comunicazione che ognuno di noi attua quotidianamente verso se stesso e verso gli altri richiama per analogia il suo vissuto emotivo.
La comunicazione analogica studia il linguaggio della nostra parte inconscia dunque la parte che ha controllo sulla nostra vita. Capita frequentemente che il linguaggio logico e quello emotivo non siano allineati ma contrapposti e per questo l’individuo avverte disagi sofferenza e malumore finanche disturbi del comportamento. I linguaggi emotivi non verbali influenzano molto l’interazione comunicativa e il suo buon esito.
Conoscere questa comunicazione può portare le abilità relazionali di un individuo a grandi livelli può permettergli di generare attrazione nell’altro sesso in modo naturale, può inoltre aiutare l’individuo a conoscere i meccanismi di funzionamento delle proprie emozioni.
E’ possibile grazie alla comunicazione analogica interattiva comprendere con precisione l’origine delle espressioni non verbali ovvero da quali leve emotive esse sono spinte e quali sono i meccanismi che condizionano le nostre scelte e la nostra vita.
Il linguaggio dei nostri interlocutori potrà essere compreso appieno, la comunicazione con noi stessi e con gli altri, conoscendo i meccanismi della comunicazione analogica, apparirà molto più semplice e così pure il perseguimento dei propri obiettivi privati e professionali.
Cosa significa essere felici? E’ felice colui che è in grado di perseguire i propri sogni in piena libertà ed in pace con la propria coscienza.
Per dare un senso alla vita è necessario perseguire dei sogni. Nel momento in cui nella nostra vita ci troviamo tuttavia ad affrontare delle difficoltà nella realizzazione di tali sogni ecco che la nostra volontà e la nostra motivazione subiscono un tracollo e arriviamo a denunciare dei disagi. Volontà e motivazione sono dunque energie di cui l’individuo non può fare a meno, conoscere la comunicazione analogica consente di riattivarle.

Volontariato e benessere

Matteo, 65 anni, oggi è in pensione, ha sempre lavorato in proprio, era un piccolo imprenditore. Si definisce benestante, ha potuto acquistare ciò che desiderava senza problemi, ha una famiglia che lo sostiene. Amici e dipendenti hanno sempre avuto di lui un’opinione positiva, basata sulla stima e sul rispetto. Matteo si definisce una persona che ha basato la propria vita principalmente sulla produttività della sua azienda. L’incontro col mondo del volontariato è accaduto per caso, gliene parla con entusiasmo un conoscente che da alcuni anni dedica del tempo agli anziani bisognosi di cure presso le loro abitazioni o presso strutture ospedaliere.
Matteo sente di voler dare un senso diverso, più profondo al proprio tempo, sente il bisogno di perseguire nuovi ideali in cui riconoscersi appieno.
Sente di essere stato fortunato nella propria vita, ora l’immagine che si è costruito di sè non lo rappresenta più, prova il bisogno di combattere per qualcosa che non sia semplicemente l’accumulo di beni materiali.
Si iscrive dunque alla medesima associazione e comincia ad occuparsi di anziani intorno agli ottant’anni.
l’esperienza rappresenta per lui una notevole sfida e al contempo una incommensurabile occasione di crescita personale.
Si confronta col dolore fisico, col rifiuto, con la povertà, con un mondo lontano dal proprio che lo catapulta in una realtà difficile e al contempo stimolante.
L’esperienza che gli era propria era quella della gestione aziendale, nell’ambito dei rapporti umani si sente a disagio, incompetente, prova la sensazione di non essere all’altezza, si domanda se sta fallendo, poi però dopo un periodo di sei mesi di attività in cui spende sei ore settimanali al servizio delle stesse persone, comincia a sentirsi come mai prima, prova gioia nel vedere che il proprio impegno ha reso migliore la vita di coloro di cui si occupa.
Vede nei loro occhi, nel loro sorriso, ciò che stava cercando, prova un benessere profondo, il lavoro lo gratifica come mai prima.
Questo lavoro è gratuito è il frutto di una libera scelta non deve farlo come accadeva per i lavori precedenti, ora per dare un servizio migliore al suo prossimo segue corsi di primo soccorso e ha ricominciato a studiare.
L’esperienza di Matteo è esemplificativa di come favorire nel nostro prossimo uno stato di benessere, sia motivo di felicità frofonda, nel nostro prossimo noi ci rispecchiamo e allevindo le sue sofferenze ci occupiamo al contempo anche di noi.

I principi della DBT in azione.

Questo testo è rivolto a tutti gli studenti del settore socio assistenziale, gli psicologi gli psicoterapeuti, i medici …

I Sogni

Questo testo tratto dagli scritti di Edgar Cayce è davvero interessante, analizzando i nostri sogni possiamo trarre nuove …

Dipendenza da videogiochi.

Francesco ha 17 anni, da un anno a questa parte passa quasi tutta la sua giornata davanti al computer a giocare ai videogiochi, …