Categoria: Ansia

Jon Kabat-Zinn

“Mindfulness per principianti”

“Dovunque tu vada ci sei già”

“Vivere momento per momento”

“Riprendere i sensi,  guarire se stessi ed il mondo con la consapevolezza”.vole”

“Il genitore consapevole”

Questo autore ci guida nel mondo delle tecniche di meditazione per imparare momento per momento a prendere consapevolezza del momento presente. Attraverso le tecniche proposte si puo’ coltivare uno stato di benessere pieno e duraturo. Consiglio vivamente tutti i testi di quest’autore in quanto valido supplemento al percorso di presa di coscienza individuale.

Claudia Rainville

Tutti dovrebbero leggere i libri di Claudia Rainville in special modo “Metamedicina”. Vi elenco qui di seguito i suoi testi e poi vi spego pechè sono così importanti.
“Metamedicina, ogni sintomo è un messaggio”
“Il segreto per guarire”
“Guarire le ferite del passato”
“Cambia la tua vita”
“Il grande dizionario della metamedicina”.
Metamedicina spiega le connessioni esistenti tra i conflitti psicologici che la persona sta vivendo o ha vissuto nel passato e i malesseri fisici che la affliggono oggi, per risolvere questi problemi reali del corpo è necessario farsi delle domande e analizzare cosa questa malattia ci stia comunicando, l’autrice stessa è passata attraverso innumerevoli malattie risolvendo le quali è giunta ad un grado di consapevolezza profondo su come mente e corpo siano interconnessi.
“Il segreto per guarire” ci dà una visione diversa da quella in auge sulle vaccinazioni, illustrandone anche la storia”.
“Cambia la tua vita” lo consiglio come guida da leggere parallelamente alla stesura di un diario personale, rispondendo alle domande che vengono poste nel testo si giunge ad una piu’ profonda consapevolezza di sè.
“Guarire le ferite del passato” raccoglie tante storie di vita analizzando le quali si posson comprendere i meccanismi che uniscono mente e corpo e nelle quali il lettore si puo’ rispecchiare.

Seminario di tecniche pratiche di meditazione ed autoipnosi

E’ necessario allenare la mente esattamente come facciamo con il corpo e le tecniche di meditazione ed autoipnosi sono il mezzo giusto per farlo, possiamo quietare i pensieri, coltivare stati emotivi di benessere, riprendere il controllo del contenuto della mente, migliorare le nostre prestazioni, agire su varie patologie a diversi livelli ecc.

Sto raccogliendo le iscrizioni a seguito delle quali deciderò la data in cui organizzare il seminario di “Tecniche di meditazione ed autoipnosi”, il seminario si terrà in un’unica giornata dalle 9.00 alle 17.00, il costo sarà  70 euro a persona, il mese sarà dicembre 2015, il seminario sarà organizzato solo a fronte del raggiungimento di un numero sufficiente di partecipanti. Per informazioni e per ricevere il programma della giornata telefonatemi senza impegno al 3479127065 sarò lieta di darvi tutte le delucidazioni possibili.

Ma l’ipnosi serve davvero?

Domanda:

Sono Incuriosito dall’ipnosi…da tutto quello che si vede e si sente sull’ipnosi, da una parte mi attrae dall’altra ne ho paura, penso a quello che a volte si vede in tv, la perdita di coscienza…però mi piacerebbe provare.
Ho un problema di tipo emotivo-sentimentale, intrattengo relazioni sempre con lo stesso tipo di persone e vorrei interrompere la catena dato che evidentemente tutto ciò mi porta a star male, l’ipnosi può aiutarmi?

Risposta:

L’ipnosi è uno strumento davvero molto potente che può davvero risolvere una varietà di problemi vastissima.
L’ipnosi nelle mani di un bravo psicoterapeuta è uno strumento usato a fin di bene, per la cura, non certo per far spettacolo come vedi in tv, non è quello lo scopo, puoi affidarti con fiducia. Io prima di sottoporti al trattamento ti spiegherò esattamente tutto quello che accadrà, io utilizzo due tecniche ipnotiche differenti e a seconda di quella che useremo avrai tutte le spiegazioni del caso, ci sono miei casi che si sono risolti in 6 sedute con l’ipnosi…
è uno strumento in cui credo moltissimo e applico anche su me stessa. Io utilizzo e faccio utilizzare supporti audio e video prodotti da me per facilitare l’entrata in ipnosi, ti insegnerò anche tecniche di autoipnosi perchè tu possa fare esercizi anche a casa. Ti aspetto.

La terapia online

Francesca da cinque anni soffre di gravi attacchi di panico, esce poco da casa, quasi per nulla, mi chiede di poter effettuare una terapia online ed io accetto.

Ho seguito diverse persone utilizzando La terapia online e devo dire tutte con ottimi risultati in breve tempo…io stessa ho potuto constatare come le tecniche informatiche ci siano venute incontro in maniera eccellente per il benessere delle persone. Ho potuto in alcuni casi anche sperimentare l’ipnosi ed i pazienti hanno risposto in maniera ottimale. La concentrazione nei confronti della voce del terapeuta è massima e ciò rende la terapia davvero incisiva…il canale dell’udito diventa preponderante rispetto a quello visivo…pur vedendosi via web cam….e ciò amplifica il potere suggestivo della parola.

La terapia online per quella che è la mia esperienza è stata efficace in tutti i campi soprattutto  nei casi di ansia,  di ossessioni e di patologie alimentari.

 

Sento che mi sto per ammalare seriamente.

Domanda:

Il mio problema è che mi sento malato, ho già fatto molte analisi ma il medico di base dice che non ho nulla, che non risulta nulla. eppure io mi sento male…temo di avere qualcosa di serio…un tumore….non so se fidarmi del medico di base.. .ho per sicurezza contattato un luminare e anche lui mi ha rassicurato. A questo punto potrebbe essere che in realtà il mio sia un problema psicologico, mi vergogno a parlarne, e ammetto certi giorni mi sento malato sul serio e questa storia che sia solo un problema psicologico…ancora non mi convince. Ho speso parecchio in analisi, le ho fatte due mesi fa, ma ho già voglia di rifarle.

Risposta:

Caro D.B. innanzitutto i disagi psicologici non sono affatto da sottovalutare, non sono da mettere in secondo piano rispetto a quelli fisici anzi spesso vi è una commistione tra loro, il perchè tu abbia sviluppato questo sintomo e come farvi fronte può essere affrontato in terapia, è un sintomo comune ma acquista un suo senso all’interno della storia personale di ogni individuo. Il problema può essere affrontato e risolto e non devi temere di parlarne, prova a fare qualche colloquio con un terapeuta che ti aiuti a focalizzare quelle aree in cui adesso e nel passato hai provato disagio.

La tua mente può cambiare

“La tua mente può cambiare” è il suggestivo titolo di un libro di Sharon Begley che spiega come i confini tra mente e corpo siano fluidi.

Per testimoniare ciò l’autrice si avvale di numerosi esperimenti di rinomati neuropsichiatri tra cui Helen Neville e Pasqual Leone, le reti neuronali del nostro cervello possono adattarsi a svolgere compiti diversi da quelli per cui sono nate, aree normalmente deputate all’elaborazione di segnali visivi possono elaborarne di uditivi e la nostra volontà, l’esercizio e l’ambiente che ci circonda possono influenzarne lo sviluppo.
Di questo si occupa la neuroplasticità, la nostra mente può cambiare modificando in contemporanea la struttura fisica cui è connessa.
I pensieri possono modificare la sruttura cerebrale, possono ampliare aree cerebrali che normalmente si attivano quando si prova uno stato di benessere.

Ecco che coltivare pensieri positivi, un approccio ottimista alla vita, non diventa più solo un semplice consiglio ma trova un riscontro scientifico.

La mente si può allenare così come si allena il corpo?

Sempre più ricerche confermano questa ipotesi, l’attenzione, la memoria, le abilità (Ericsson K, Le abilità si ottengono con l’esercizio) la concentrazione, possono aumentare ma anche la gioia di vivere può farlo e metodiche di neuroimaging possono confrontare cervelli di persone che sono affette da depressione a persone che coltivano stati di benessere paragonando le differenze fisiche degli stessi, il cervello è plastico e “pensare pensieri differenti” ne modifica la stuttura.

Studiando i cervelli di monaci buddisti tibetani notoriamente dediti per molte ore al giorno alla meditazione con oggetto la pace e l’amore per tutti gli esseri viventi si è visto che la loro struttura cerebrale è differente. Da loro si stanno mutuando tecniche volte all’allenamento mentale che possano trasformare stati depressivi e nevrotici.

Articoli sempre più frequenti (vedi “Mente e cervello”, febbraio 2010 e Psicologi a confronto n2, 2009) si stanno occupando della Mindfulness, una teoria psicologica mutuata dal buddismo che utilizza come strumento la meditazione.

La Mindfulness è la consapevolezza delle proprie sensazioni corporee, psicologiche e spirituali che emergono quando ci spingiamo a considerare la nostra esistenza nell’istante stesso in cui la sensazione si manifesta. Ci si pone come testimone non giudicante così da essere consapevoli di ciò che accade mentre sta accadendo risvegliandoci dagli automatismi che portano a vivere in modo meccanico.

Il fine è l’estinzione di uno stato di malessere attraverso un percorso di non reattività (percepire sentimenti ed emozioni senza dovervi reagire, senza giudicare, prestare attenzione momento per momento, gingere al proprio sè autentico essendo in grado di delineare se stessi, le proprie convinzioni emozioni ed obiettivi, coltivare il piacere della relazione e l’amore per il prossimo. Un testo base è quello di D.Siegel dal titolo “Mindfulness e cervello”.

Quando andare da un terapeuta

Può essere difficile decidere il momento più opportuno per rivolgersi ad un terapeuta, spesso si pensa che la situazione che si sta vivendo non sia “poi così grave” e per questa ragione si staziona più a lungo nel disagio.

In assoluto non esiste un motivo più valido di un altro per chiedere aiuto, qualunque situazione impedisca alla persona di avere una soddisfacente vita familiare, sociale, lavorativa, deve essere affrontata.

Se si percepisce che qualcosa nella propria vita è cambiato, che ci si sente limitati nel normale svolgimento della vita quotidiana, se si percepisce un senso di sofferenza, qualunque ne sia la ragione, essa è un valido motivo per giungere in terapia, (Maria, 19 anni, dice “mi sento sciocca se penso che ciò che mi fa star male è così banale, quando c’ è gente che ha malattie incurabili, c’è gente che muore…), Maria, acquisendo coraggio, dando giustamente voce al suo malessere dà importanza a se stessa, il problema infatti acquista consistenza solo all’interno della storia della persona, e solo lì può esser valutato, non al di fuori.

Quando è utile una psicoterapia?

La terapia è utile se la persona si rivolge volontariamente al terapeuta, se è motivata al percorso terapico. Il paziente al termine della prima seduta decide se intraprendere un percorso con quello specifico terapeuta o contattarne degli altri, è molto importante che egli possa scegliere in assoluta libertà, che senta se, con quello specifico professionista, si sente o meno a proprio agio nel parlare di sè.

Per quali ragioni è utile rivolgersi ad un terapeuta?

Ci si può rivolgere ad un terapeuta anche se non si sta vivendo uno stato acuto di sofferenza, anche per far chiarezza su alcuni punti della propria vita, per comprendere meglio alcune cose che stanno accadendo in se stessi o nel mondo fuori.

Il terapeuta ha ascoltato centinaia di storie di vita dunque si fa portatore di un grande bagaglio di esperienze, è lì a testimoniare che moltissime altre persone han provato quello stesso disagio, che non si è soli, non si è “strani” nè “matti”. Non c’è nulla che non possa essere affrontato e superato..

La durata della terapia è variabile, dipende dal percorso che è necessario fare, può durare anche solo pochi mesi, la singola seduta ha durata di cinquantacinque minuti, ci si incontra una o due volte la settimana nello studio del terapeuta. Lo psicoterapeuta non prescrive farmaci ma può seguire un paziente che è in cura presso uno psichiatra e sta seguendo una terapia farmacologica, i due percorsi possono andare di pari passo, per condurre il paziente ad uno stile di vita migliore.

Quella sensazione di vuoto

Domanda:

Buongiorno, mi chiamo Elisabetta, ho 40 anni e da sempre, fin da quando ne ho memoria, sono stata una persona schiva e solitaria, non perché non volessi la compagnia degli altri ma perché temevo di non piacere, di essere sbagliata, temevo che la gente potesse deridermi, perché non mi sono mai sentita abbastanza.. abbastanza interessante per sostenere conversazioni, abbastanza bella per piacere ai ragazzi.. eccetera.. adesso qualcosa è precipitato nella mia vita, e da un anno a questa parte sono tormentata dall’idea di aver buttato via la mia vita, dall’idea che sia troppo tardi, dall’idea di essere vecchia e in più un senso di vuoto mi attanaglia quando entro in casa, un senso di vuoto insostenibile, vivo sola, in passato ho avuto qualche compagno.. e lo scorso anno è morto mio padre. Io ho paura delle psicoterapie che durano anni, non voglio dipendere da un terapeuta e poi, non me le potrei permettere, non guadagno molto.
La ringrazio in anticipo se vorrà rispondermi, sto davvero male.

Risposta:

Cara Elisabetta innanzitutto vorrei complimentarmi con te perché con questa e mail hai dimostrato forza, hai compiuto un primo passo, ti sei finalmente aperta al prossimo, hai parlato per la prima volta dei tuoi problemi e questa è la prima azione da compiere sulla strada del cambiamento. Sei stata brava inoltre perché hai colto in te il momento oltre al quale sarebbe stato pericoloso andare, secondo me ti è necessario un percorso terapico in cui analizzare i tuoi punti di forza, in cui elaborare la grave perdita che hai vissuto, in cui esplorare nuove strade da intraprendere nel lavoro, nelle relazioni.. il terapeuta ti guiderà e ti sosterrà in questo passaggio, a seguito di questo percorso il senso di vuoto di cui parli sparirà, ne ho centinaia di testimonianze, di pazienti che, come te, descrivevano questa sensazione così pervasiva e devastante e poi sono riusciti a contenerla.
Tu ti eri creata un equilibrio basato su alcune certezze che venendo improvvisamente meno ti hanno destabilizzata, ora bisogna portarne alla luce altre per far emergere un nuovo più stabile equilibrio, stai tranquilla, io sono contraria alle terapie lunghe, se deciderai di rivolgerti a me, ci daremo un tempo definito entro cui realizzare degli obiettivi, il primo step sarà di due mesi, vedendoci una volta alla settimana poi, solo se sarà necessario, considereremo un nuovo livello con differenti obiettivi, sempre di otto sedute al termine del quale rivaluteremo la situazione, i progressi raggiunti, il miglioramento dello stile di vita.

Quel pensiero ossessivo che non mi lascia vivere

Domanda:

Mi chiamo Carla ed ho 26 anni, le scrivo perchè da un mese a questa parte la mia vita è diventata un inferno, improvvisamente, senza che accadesse nulla di particolare, un pensiero si è impadronito della mia mente, un pensiero assurdo che non mi sento di ripeterle tanto è folle, un pensiero che in vita mia non avevo mai fatto, un pensiero a cui non credo assolutamente. Lo penso in continuazione, ventiquattro ore su ventiquattro e non riesco più a concentrarmi sul lavoro, davanti ad un film, nella lettura di un libro…ho paura di star impazzendo…la prego mi aiuti, si può guarire?.

Risposta:

Cara Carla, hai fatto bene a non scrivermi qual’ è il pensiero che ti assilla perchè non è importante, avrebbe potuto essere completamente diverso, non è nella natura del pensiero che dobbiamo cercare la risposta, il pensiero ossessivo è il risultato di un cortocircuito della mente è una produzione errata, tu non sei quel pensiero, non identificarti con esso, tu non l’hai pensato, tu non l’hai voluto, ne sei un semplice testimone, come è giunto andrà via.

Ma come fare? Il pensiero ossessivo è giunto ora nella tua vita come produzione di uno stato emotivo di particolare tensione, forse non hai valutato che tipo di pressione stai vivendo nell’ambito lavorativo, familiare o relazionale, forse è il momento di prendere decisioni importanti in uno di questi ambiti, forse è il momento di cambiare qualcosa nella tua vita.

Il disturbo ti sta dicendo questo, la mente sceglie sempre il male minore, non è autolesionista, il disturbo è un avvertimento che qualcosa non va, è un campanello d’allarme affinchè venga evitato qualcosa di più grave. Ascolta l’avvertimento e scandaglia la tua vita alla ricerca di nuove partenze, mettendo da parte il pensiero ossessivo che è una conseguenza non la causa del malessere, se vuoi un terapeuta può aiutarti in questo percorso, un caro saluto.

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